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giovedì 6 dicembre 2012

PDL IN TRINCEA: NON VOTA LA FIDUCIA AL GOVERNO

All'indomani dell'annuncio di Silvio Berlusconi dell'intenzione di tornare in campo, il Popolo della libertà sale sulle barricate in Parlamento. E non partecipa al voto di fiducia sul decreto Sviluppo in Senato, pur garantendo il numero legale, collocandosi così su una posizione di 'astensione' rispetto al governo Monti. Il decreto passa ugualmente ma sull'esecutivo soffiano venti di crisi. Verificherò "se c'è ancora la maggioranza", dice il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani, che alle 14 incontrerà i capigruppo del partito di Camera e Senato e alle 19 il leader Udc Pier Ferdinando Casini. Intanto, Berlusconi torna a riunire i vertici del Pdl a Palazzo Grazioli.
"Il Pdl non parteciperà al voto pur garantendo il numero legale", annuncia in mattinata il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri intervenendo in Aula in vista del voto di fiducia al dl Sviluppo. La scelta vuol esprimere, spiega Gasparri, il "passaggio a una posizione di astensione del nostro gruppo nei confronti del governo". Il Pdl starebbe valutando di astenersi anche sul voto di fiducia, oggi pomeriggio alla Camera, sul decreto legge sui costi della politica nelle regioni: è quanto si apprende da fonti parlamentari a Montecitorio. I 206 deputati del partito di Berlusconi ed Alfano starebbero ricevendo indicazioni in tal senso.
Poco dopo l'annuncio di Gasparri al Senato il premier Mario Monti è arrivato nell'Aula di Palazzo Madama e ha votato sì alla fiducia al decreto sullo sviluppo. Il presidente del Consiglio si è poi intrattenuto qualche minuto a parlare con Gasparri. Ma il Pdl non è tornato sulle sue decisioni e ha fatto mancare il suo voto al governo. Il decreto Sviluppo è così passato con 167 votanti. Di questi hanno detto sì in 127, 'no' in 17, 23 sono stati gli astenuti. La maggioranza era di 84. Gran parte dei senatori del Pdl ha deciso di non votare.
SCHIFANI, FATTO NON INDIFFERENTE, INFORMERO' COLLE -"E' un fatto non indifferente, informerò il presidente della Repubblica". Lo dice il presidente del Senato, Renato Schifani, nel chiudere i lavori dell' Aula fino a martedì prossimo, assicurando che per parte sua "non si sottrarrà sul da farsi" e informerà i senatori.
"La presidenza non può che auspicare punti di intesa che favoriscano la fine della legislatura con la massima condivisione", aggiunge.

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