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martedì 10 aprile 2012

TITANIC 100 ANNI DOPO

- Nessuno dei passeggeri e dell'equipaggio avrebbe mai potuto immaginare al momento dell'imbarco a Southampton il 10 aprile 1912, cento anni fa, la tragica conclusione del viaggio inaugurale del Rms Titanic, terminato in fondo all'Oceano meno di cinque giorni dopo, nelle prime ore del 15 aprile. Una fine inaspettata per un transatlantico considerato inaffondabile e destinato a segnare una tappa fondamentale nella storia della marina mercantile. Realizzato nei cantieri Harland e Wolff di Belfast, il Titanic era un vero e proprio palazzo galleggiante, concepito dalla compagnia White Star Line con standard di lusso e sicurezza superiori a qualunque altra nave passeggeri. Lungo 270 metri, largo una trentina, con una capienza di quasi 3.000 persone, era dotato di stravaganti comodità (bagno turco, piscina, palestra, un ristorante 'a la carte') per i passeggeri di prima classe. Non c'erano solo loro, però, il transatlantico aveva anche sistemazioni di seconda classe (ritenute pari a quelle di prima di altre navi per confort) e di terza. A bordo c'era uno spaccato della società dell'epoca: miliardari, editori, aristocratici, pittori e scrittori in prima classe, borghesi, insegnanti e commercianti in seconda, emigranti (molti scandinavi, ma anche gente proveniente dall'Europa dell'Est e dal'area mediterranea) in terza.
Per il viaggio inaugurale erano inoltre presenti il presidente della White Star Line J. Bruce Ismay e il direttore generale della Harland e Wolff Thomas Andrews, che aveva seguito personalmente la progettazione e costruzione della nave. In tutto quasi 2.300 persone, compresi oltre 800 membri dell'equipaggio agli ordini del capitano Edward John Smith, un comandante esperto, al suo ultimo viaggio prima della pensione. Dopo due tappe a Cherbourg in Francia e a Queenstown in Irlanda il Titanic si inoltrò nell'Atlantico. L'arrivo era previsto per il 17 aprile. Domenica 14 aprile, i due marconisti del Titanic ricevono vari avvisi da altre navi sulla presenza di ghiaccio, ma solo alcuni vengono consegnati agli ufficiali. Il comandante sposta leggermente più a sud la rotta, ma non diminuisce la velocità. Nel pomeriggio la temperatura cala bruscamente e arrivano vari avvisi di ghiaccio. Poco prima delle 23:40, i due marinai sulla coffa avvistano un iceberg davanti alla nave e danno l'allarme. Si tenta una manovra per evitare la collisione, rallentando la velocità e virando a sinistra. Il Titanic sembra solo sfiorare l'iceberg, ma in realtà l'impatto apre una falla sul fianco destro e l'acqua invade cinque compartimenti stagni. Immediatamente sul luogo arriva Andrews, che conosce benissimo la nave e che si rende conto della situazione: l"inaffondabilé Titanic è condannato. La sua agonia durerà circa due ore e 40 minuti. Mentre l'acqua penetra nello scafo, la prua affonda nel mare e la nave si inclina sempre di più. Il comandante ordina di distribuire i giubbotti di salvataggio e di preparare le scialuppe: ci sono 16 barche e 4 battelli pieghevoli che possono portare in salvo circa la metà delle persone a bordo. Ma, mentre dal Titanic partono disperati Sos captati da altre navi e da operatori radio che forniscono le prime notizie alle agenzie di stampa, le operazioni di evacuazione della nave si svolgono in modo lento e disordinato, in un clima prima irreale, poi di panico crescente. Varie imbarcazioni di salvataggio vengono calate in mare semivuote. Si segue in modo non rigidissimo la regola "prima le donne e i bambini", ma su una delle scialuppe sale il presidente della compagnia Ismay, che poi verrà criticato aspramente per avere lasciato la nave. Intorno alle 2 le luci sono ancora accese, i marconisti stanno ancora inviando richieste di soccorso, mentre sul ponte ci sono centinaia e centinaia di persone.
Poco dopo le luci si spengono, una delle ciminiere salta, lo scafo si spezza con un boato e i due tronconi si inabissano, prima la prua, trascinando con sé il comandante Smith, un gruppo di gente ricca e famosa - i miliardari John Jacob Astor e Benjamin Guggenheim, lo scrittore di gialli Jacques Futrelle, il proprietario dei grandi magazzini Macy' s di New York Isidor Straus e sua moglie Ida, il pittore Francis Millet, il consulente miitare del presidente Usa maggiore Archibald Butts -, circa tre quarti dei passeggeri di terza classe, la stragrande maggioranza dell'equipaggio, i camerieri italiani del ristorante e gli otto orchestrali che avevano suonato fino all'ultimo per tranquillizzare i passeggeri. Alle 2:20 non c'é più traccia del Titanic. Per un'ora, nella zona del disastro, risuonano le urla e le invocazioni di quanti si sono tuffati o sono riusciti a scivolare in acqua e a rimanere a galla. Pochissimi furono recuperati dalle scialuppe, gli altri morirono assiderati nelle acque gelide dell'Atlantico. Intorno alle 4 del mattino, il transatlantico Carpathia, prima imbarcazione giunta sul luogo, recuperò poco più di 700 sopravvissuti.

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