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sabato 25 maggio 2013

Pistola e cartucce un set da full metal jacket nella borsa di Luigi Preiti

 Pistola e cartucce, un set da full metal jacket nella borsa di Luigi Preiti, l'uomo che il 28 aprile scorso - giorno del giuramento del governo guidato da Enrico Letta - sparò contro i carabinieri in servizio di vigilanza davanti a Palazzo Chigi, ferendo gravemente il brigadiere Giuseppe Giangrande e in maniera più lieve il suo collega Francesco Negri. Dopo le rivelazioni sul telefonino rimasto muto per due giorni prima della dell'azione e sulla pistola trapanata da un esperto, ora i dettagli sul contenuto della borsa che l'uomo aveva con sè al momento dell'attentato.
LA BERETTA «CANCELLATA» - Sette colpi esplosi, nove cartucce nella borsa. Le analisi sull'arma utilizzata dall'attentatore condotte dagli investigatori del Ris confermano la ricostruzione dei primi momenti, ma consegnano dettagli inediti sulla «punzonatura». La pistola è una Beretta 7,65 modello 70. Per cancellare i numeri di matricola è stato usato un trapano e nella relazione si specifica che a farlo è stata una mano esperta, quella di uno specialista. Non ci sono «sbavature» o striature nelle impronte lasciate dall'arnese.
IL DETTAGLIO - È stato scoperto che è stato raschiato via anche l'anno in cui l'arma è passata al banco di prova. Una modalità generalmente utilizzata negli ambienti criminali. E questo sembra avvalorare l'ipotesi che Preiti si sia procurato la Beretta proprio in Calabria, dove viveva da due anni, e non al mercato clandestino di Genova dove invece aveva raccontato di averla acquistata circa quattro anni fa. Nelle banche dati non è registrato alcun episodio in cui sia comparsa la stessa arma e questo impedisce di fare qualsiasi tipo di comparazione o comunque di avere qualche dato in più sulla provenienza.

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