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lunedì 29 aprile 2013

Dieci anni di iTunes, rivoluzione digitale


Sono passati dieci anni da quando Steve Jobs si presentò sul palco del Moscone Center ad annunciare la rivoluzione nella musica digitale: un negozio online dove poter acquistare legalmente singoli brani e interi lp. Quella del 28 aprile 2003 fu una delle presentazioni più ispirate per annunciare uno dei servizi che ha auto più successo. I numeri di iTunes Store sono impressionanti: 25miliardi di download, 35 milioni di canzoni in catalogo, 435 milioni di utenti registrati in 119 Paesi del mondo. Oggi il negozio digitale, che non vende più solo musica ma molto altro, è il più grande distributore di musica al mondo e nell'ultimo trimestre ha portato nelle casse della mela più di quattro miliardi di dollari. 


Il logo di iTunesIl logo di iTunes
C'ERA UNA VOLTA - Per capire l'importanza di iTunes i numeri, seppur impressionanti, forse non bastano. Bisogna ricostruire il contesto e quello che accadeva alla musica digitale nel 2003. Il file -sharingdominava la scena e sollevava problemi legali e dibattiti culturali. Uno dei termini più usati nelle cronache dell'epoca eraCelestial Jukebox, e cioè l'idea di una immensa collezione di musica in cui trovasse posto tutto quello che era stato registrato dall'umanità. L'industria della musica innalzava le prime barricate tentando di arginare un fenomeno che stava contagiando tutti gli utenti. Napster era stato da poco dichiarato fuorilegge e già era spuntata un'alternativa tecnicamente migliore e a prova di accusa, KaZaa. La reazione delle major musicali era però colpevolmente solo concentrata su un fronte, condannare gli utenti e i servizi peer-to-peer, ma non era stata in grado di organizzare un'offerta alternativa per la musica digitale a quella che voleva dichiarare illegale. Fu qui che intervenne Steve Jobs. 

Il primo iPod di AppleIl primo iPod di Apple
IPOD+ITUNES
 - Al capo di Apple la musica è sempre piaciuta e già un anno e mezzo prima di del negozio online era stato in grado di confezionare il primo lettore di mp3 che ebbe diffusione planetaria, l'iPod. Per caricare la musica sul lettore gli utenti dovevano passare per un programma che trasformava i cd in file compressi mp3 e li passava all'iPod. Contemporaneamente alla commercializzazione del lettore, Jobs iniziò una lunga serie di colloqui con le major della musica – che all'epoca erano 5, mentre oggi dopo qualche fusione sono rimaste in 3 – per ottenere i diritti dei loro cataloghi e metterli a disposizione degli utenti. Dopo lunghe trattative venne allestito un'offerta complessiva di 200mila canzoni, in formato compresso proprietario di Apple (l'AAC) e al prezzo di 0,99 centesimi a brano con offerte speciali per chi acquistasse l'intero album. In 18 ore vennero vendute 275mila canzoni, meno di un anno più tardi ne erano state comprate 50milioni. 

CRESCITA - Dall'aprile del 2003 a oggi la crescita di iTunes è stata costante e segnata da tappe significative ricostruite in una bella timeline pubblicata proprio sullo store. Sono aumentate le versioni locali dello store, che è giunto in Italia nell'ottobre del 2004, è aumentata la disponibilità di formati di compressione e soprattutto è stato ampliato il catalogo con l'acquisizione progressiva di artisti prestigiosi. Tra questi sono da ricordare Madonna, che ha messo a disposizione la propria opera nel 2005, i Led Zeppelin nel 2007 e soprattutto i Beatles, che hanno deciso di vendere la propria musica su iTunes solo nel novembre 2010, dopo un corteggiamento durato anni. Gli ultimi mostri sacri del rock a cedere dopo più di una ritrosia sono stati gli AC-DC nel novembre del 2012. Oltre ai numeri e ai nomi ci sono episodi nella storia dello store musicale di Apple che sono particolarmente significativi. Come quando una sconosciuta Adele balzò in testa alla classifica dei singoli su iTunes prima ancora che la sua opera prima, l'album 19, fosse disponibile nei negozi di cd. 

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