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lunedì 29 aprile 2013

Governo Letta, la Camera vota la fiducia. 453 sì. Il premier: "Stop Imu a giugno"

Il governo di Enrico Letta ha ottenuto la fiducia alla Camera con 453 sì, 153 no e 17 astenuti. I presenti sono stati 623, i votanti 606 e la maggioranza richiesta era di 304 voti. Domani toccherà al Senato esprimere la fiducia al Governo. 

Quello di Enrico Letta è stato un discorso programmatico che ha cercato di accontentare tutti nel solco di un europeismo che non ammette repliche. Il premier ha presentato il suo programma alla Camera. Lavoro, riduzione delle tasse e riforma della politica sono le tre strade maestre da seguire. Letta è venuto incontro alle richieste di Berlusconi, annunciando lo stop all'Imu già a giugno, ha strizzato l'occhio alla Lega manifestando l'intenzione di trasformare il Senato in Camera delle regioni (anche in funzione di una nuova legge elettorale che garantisca maggioranze solide) e si è rivolto anche al M5S quando ha parlato di abolire province, doppio stipendio ai ministri già parlamentari e finanziamento pubblico ai partiti. Letta-Davide è pronto per sfidare il gigante Golia, ossia lo stallo politico e decisionale che ha portato il Paese allo sfascio. I deputati hanno votato alle 20. 

Molte le reazioni positive al discorso, soprattutto nel Pdl. Alfano ha detto di condividere "dalla prima all'ultima parola", Bersani ha invitato il Pd ad "aiutare la nascita di questo esecutivo". Critici invece M5S (il deputato Andrea Colletti parla di "governo della trattativa stato-mafia") e la Lega. 

Per tutta la mattinata si sono susseguiti gli incontri: con il Pdl, con Scelta Civica e con la Lega di Roberto Maroni che il premier ha cercato di portare in una zona franca di iniziale sostegno all'esecutivo. Dal leader del Carroccio, infatti, è arrivata un'apertura: "Se Letta ci ascolta, non ci sarà un voto contrario". Anche l'assemblea del Pd ha deciso di dare la fiducia all'esecutivo. La "fronda" del partito è rientrata, solo Pippo Civati uscirà dall'Aula al momento del voto.

Il carabiniere ferito. Nel giorno del voto di fiducia, l'attenzione è ancora concentrata sulla vicenda della sparatoria davanti a Palazzo Chigi. La prognosi di Giuseppe Giangrande, 50 anni, il carabiniere ferito al collo da Luigi Preiti, resta riservata. La famiglia dell'attentatore, Luigi Preiti, si è scusata con l'arma dei carabinieri per il gesto. Dopo il fratello, è intervenuta l'ex moglie Ivana: "Non è un uomo violento". Poi il figlio undicenne, Alessandro, "ha sbagliato". In risposta Ciro Giangrande, il fratello del carabiniere ferito, ha replicato di "non poter perdonare" . 

Berlusconi e il clima di tensione. Sugli spari di ieri interviene anche Silvio Berlusconi. "E' stato un fatto grave ma l'ordine pubblico, nonostante la forte crisi, non è stato in pericolo e mi auguro che non lo sia mai". Il Cavaliere, dalla Telefonata su Canale5, commenta così la sparatoria di ieri dicendo di voler invece "stigmatizzare chi, dall'estrema sinistra, ha preso a pretesto il gesto di un uomo disperato per lanciare accuse deliranti alla politica e ai politici. Quando si scherza con il fuoco e con incitamenti all'odio poi succedono cose come questa", avverte il leader Pdl.

Parole chiare su Imu ed Equitalia
. E sul governo il leader Pdl afferma la determinazione del suo partito ad appoggiarlo: "Se questo governo fallisse bisogna andare decisamente a elezioni",  ammonendo sin da ora che "chi si fosse assunto la colpa di farlo fallire ne subirà la pena perchè sarà molto difficile, per chi si rendesse responsabile di questo fallimento, presentarsi al giudizio degli elettori". Da Canale 5, il leader Pdl ribadisce che "da parte nostra c'è il reale proposito di mandare avanti questo governo. Mi auguro che anche dall'altra parte ci sia la stessa convinta intenzione". "Per dare vita al governo Letta abbiamo posto una precisa condizione e cioè che si approvino subito le misure di rilancio dello sviluppo che abbiamo indicato nel nostro porgramma", chiarisce il Cavaliere, che mette la restituzione dell'Imu e una sostanziale 'museruola' a Equitalia, contro quelli che chiama "le sue prepotenze e metodi violenti", tra le priorità.

Endorsement a Letta dall'estero. Intanto dagli Stati Uniti arriva l'endorsement per il governo Letta. ll segretario di Stato americano, John Kerry, si congratula con il premier, che definisce un amico "buono e fidato degli Stati Uniti, che ha mostrato un fermo impegno nella nostra partnership transatlantica". Anche il cancelliere tedesco Angela Merkel ha telefonato a Letta per congratularsi.

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