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sabato 11 agosto 2012

CALCIOSCOMMESSE, 10 MESI DI STOP PER CONTE

La lunga attesa per le sentenze della Commissione Disciplinare nel processo al Calcioscommesse è finita. Gli 'spifferi' della camera di consiglio avevano già anticipato tutto; mancava soltanto l'ufficialità che non ha fatto altro che confermare le indiscrezioni dei giorni scorsi: la Juventus perde il tecnico Antonio Conte e il suo vice, Angelo Alessio, squalificati rispettivamente 10 e 8 mesi, ma potrà contare ancora su Leonardo Bonucci e Simone Pepe, prosciolti da ogni accusa; così come l'ex capitano del Bologna, Marco Di Vaio, i granata Giuseppe Vives e Salvatore Masiello, il portiere della Sampdoria Daniele Padelli e l'Udinese. Nelle 24 condanne decretate dall'organo presieduto da Sergio Artico, spiccano poi le esclusioni dal campionato di Serie B di Lecce (più ammenda di 30mila euro) e Grosseto e, di fatto, la loro retrocessione in Lega Pro; con l'inibizione di 5 anni dell'ex presidente salentino Pierandrea Semeraro e del patron grossetano Piero Camilli. A loro le pene più dure; ai loro tifosi la delusione di dover lasciare il campionato cadetto senza neppure disputare una partita di una stagione che il presidente di Lega B, Andrea Abodi, ha assicurato partirà regolarmente il 25 agosto. Tra gli avvocati e i tesserati festanti e quelli, invece, pronti a dare battaglia in ogni grado di giudizio, ha però fatto rumore il silenzio del condannato più famoso: Antonio Conte. La squalifica è già esecutiva e gli impedisce di dire la sua alla vigilia della Supercoppa Italiana con il Napoli. La società ha espresso a lui e Alessio "pieno sostegno", "nell' auspicio che i prossimi gradi di giudizio possano infine permettere alla loro innocenza di emergere appieno". Alla nota sul sito ufficiale si aggiungono poi le
parole dell'ad Giuseppe Marotta: "E' un sentimento agrodolce, non sappiamo se essere felici o no. C'é una forte tensione e un forte sbigottimento per quello che sta accadendo al nostro allenatore. Noi riteniamo Conte completamente estraneo ai fatti". "Sia Bonucci sia Pepe sono stati più forti e hanno rifiutato un pur dignitoso patteggiamento - ha riconosciuto il legale della Juventus, Luigi Chiappero -. Hanno rischiato e si sono guadagnati la stima di tutti. Sono felice al 50%, ma come Juventus ce la metteremo tutta per dimostrare l'estraneità assoluta degli altri tesserati". Ad aiutarlo ci sarà anche l'avvocato Giulia Bongiorno che lo affiancherà assieme al legale personale di Conte, Antonio De Rensis. Il silenzio del tecnico è stata, però, un'eccezione e i commenti di vincitori e vinti si sono rincorsi per tutto il giorno. Gioisce da Pechino, Bonucci: "Il riconoscimento della mia innocenza mi dà una grande forza. Sono felicissimo anche perché ho scoperto che tante persone mi vogliono bene". Dal Canada, dove ora milita nei Montreal Impact, Di Vaio twitta la sua soddisfazione: "Giustizia è stata fatta!!! Prosciolto!!! Adesso torno a letto più leggero!!". Il suo proscioglimento, oltre alla derubricazione da illecito a omessa denuncia al difensore Daniele Portanova (squalificato 6 mesi), permette al Bologna di evitare la penalizzazione di due punti richiesta dal Procuratore federale, Stefano Palazzi. Il presidente del club felsineo, Albano Guaraldi, da un lato prende atto che la Disciplinare "ha accettato le argomentazioni presentate dalla nostra linea difensiva, riscontrando negli atti del deferimento tutte le incongruenze poi emerse in dibattimento"; dall'altro solidarizza con Portanova, "auspicando che nei successivi gradi di giudizio possa vedere riconosciute in pieno le sue argomentazioni a difesa". Si è rivolto invece ai tifosi il presidente del Lecce, Savino Tesoro. "Sono fiducioso che sarà difficile collocarci in Lega Pro - ha dichiarato a TgCom24 -. Pezzo per pezzo tutte le accuse stanno cadendo. Non capisco dove possono andare a prendere la certezza per la nostra condanna". Il riferimento è all'impianto accusatorio di Palazzi, che nel procedimento pugliese, basato sulle dichiarazioni dell'ex capitano del Bari, Andrea Masiello, ha mostrato diverse crepe. Appartiene al procedimento di Cremona il caso del Grosseto, ma la musica non cambia. "Sentenza senza capo né coda - ha tuonato Camilli -. Non ci sono prove contro di me. I giudici non hanno creduto alla mia parola, ma hanno dato credito a una persona che è stata in carcere". "Insieme con i miei legali - ha aggiunto il patron del club maremmano - stiamo lavorando all'appello. Lotteremo fino all'ultimo per dimostrare la mia innocenza e per far tornare il Grosseto in Serie B". Lunedì 20 e martedì 21 agosto si tornerà in aula davanti alla Corte di Giustizia federale. In scena il processo di appello.

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